DALLA PARTE DEI LAVORATORI


da il TIRRENO
«Quelle foresterie vista mare usate come prime case»

L’ex sindaco Lamberti solleva il caso degli alloggi di servizio di Azimut Benetti e mette sul tavolo uno degli atti di vendita

Appartamenti vista mare nati come foresterie ma usati come prime case. Non in un angolo qualsiasi di Livorno, ma tra la darsena e gli yacht di Azimut Benetti, nell’area che una volta era del Cantiere Orlando, a due passi dai bacini. A sollevare il caso è l’ex sindaco Gianfranco Lamberti, oggi consigliere comunale della lista civica Confronto. Nel mirino di Lamberti ci sono le case realizzate da Azimut Benetti in via Edda Fagni, lato cantiere. «Nell’ultima commissione organizzata in Comune alla presenza di Giuliano Gallanti – interviene l’ex sindaco – ho chiesto al presidente dell’Authority, come riportato dal Tirreno, se gli risultasse che gli appartamenti che dovevano essere destinati a foresteria fossero di fatto diventati prime case. Ma la mia domanda è rimasta inevasa, così…». Così, alla vigilia del consiglio comunale che domani inizierà a discutere la revisione degli strumenti urbanistici di Porta a Mare, tira fuori dal cassetto un atto di compravendita a firma del notaio Mario Miccoli. Atto di cui ha già informato il sindaco e che domani consegnerà al vicesindaco. Riguarda la vendita a una donna, nel marzo del 2009, per circa 400mila euro, di un appartamento di 8,5 vani di proprietà di Azimut Benetti Spa, in via Edda Fagni. Quella via che, precisa Lamberti, «in base agli atti del 2003 che portano anche la mia firma, fa da spartiacque tra l’area industriale-artigianale (lato cantiere, appunto) e l’area immobiliare». Lato piazza Mazzini, dove sta sorgendo il porto turistico. Ma veniamo all’atto del notaio. «L’unità abitativa – si legge – ha destinazione d’uso foresteria, con la quale si prevedeva una struttura per l’accoglimento e l’ospitalità di maestranze interne, di tecnici degli armatori committenti, di equipaggi di navi in rimessaggio, di allievi della scuola nautica». Poi, riferito all’acquirente, «dichiara di svolgere attività di collaborazione con la società Tfl Tours in qualità di accompagnatrice turistica, munita di apposita licenza, con particolare riguardo all’accoglienza portuale delle navi da crociera estere che attraccano a Livorno, in qualità di interprete e accompagnatrice di gruppi in visita alle città d’arte della Toscana e di rientrare pertanto nelle categorie previste dalla citata convenzione (…), dovendo risiedere, per motivi di lavoro, in prossimità del cantiere della società venditrice». La donna, racconta Lamberti, compra la casa, ma poi va in Comune dove «giustamente si rifiutano di concederle la residenza…». Trattandosi di un alloggio di servizio – di lusso, ma di servizio – non ci sono agevolazioni prima casa, le utenze costano di più e, soprattutto, non c’è residenza. Così ecco che, tra un litigio e l’altro, l’atto esce dalle stanze private. Lamberti storce il naso: «Dato che li abbiamo fatto un’operazione che porta la mia firma,voglio sapere se sono stati rispettati gli atti che tra l’altro hanno stabilito la base di acquisto, vigilata dal tribunale, delle aree dell’ex Cantiere da parte di Benetti». «Quell’operazione – riprende Lamberti – teneva insieme lavoro e investimenti immobiliari. Ma innanzitutto il lavoro, quindi le aree industriali non si possono trasformare in condomini. Lì, da convenzione – ripete – potevano essere fatte foresterie per operai, tecnici e addetti ai lavori. Se le case fossero diventate di fatto, al di là delle alchimie giuridiche, delle prime case, come lascia intravedere questa storia, si altererebbe l’equilibrio dell’investimento». Lamberti ora chiede di puntare i riflettori su tutto il fabbricato che, per inciso, è a ridosso della discussa area dei bacini, oggi, per vari motivi, non pienamente utilizzati per attività industriali. «Chi deve guadagnare sulla Porta a Mare – chiude Lamberti – sono soprattutto i lavoratori, non gli investitori e gli eventuali speculatori. L’Autorità portuale, che ha la titolarità su quell’area, si svegli dal suo letargo e ci dica chi risiede in quelle case e con quali contratti. E il Comune sancisca, con ancora più chiarezza e rigore, che lì non si possono fare speculazioni edilizie».
Juna Goti

3 Responses to DALLA PARTE DEI LAVORATORI

  1. GHINO DI TACCO ha detto:

    Caro Gianfranco, tu lo sai cosa ho sempre pensato per come e’ stata gestita l’operazione PORTA A MARE, con la gestione di quer POPODISINDAO e la compagnia di cialtroni :

    IN GALERA!!!!!!!!

    Se ci fosse un giudice a Berlino…….

    Ma purtroppo a Livorno c’è una procura che ricorda il ” PORTO DELLE NEBBIE”

    ADDAVVENI’ TAORMINA!!!!!!!!

  2. Ludom ha detto:

    Caro Ghino, non sai quanto sia d’accordo! Eppure, anche Toarmina, o un c’aveva messo mano?
    E’ proprio una domanda. Mi sembra di ricordare. Ci furono anche dei titoloni o forse si occupava di altri aspetti della vicenda e gli è sfuggito il punto?
    Comunque sia l’iniziativa di Lamberti è corretta, tempestiva e merita il plauso.

  3. GHINO DI TACCO ha detto:

    Caro Ludom, chiediti che fine ha fatto la “Perizia commissionata dalla Procura su lo stato del Grande Bacino, e le con seguenti responsabilità’ ”

    La obbligatorietà dell’azione penale lo è’ solo per per B ?

    Aspetto ancora un giudice a Berlino

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